08/05/2020

Nell’Italia che sta ripartendo, gli agriturismi di Agriturist Veneto chiedono di poter aprire almeno per quanto riguarda l’ospitalità. Contrariamente a quanto consentito agli hotel, gli agriturismi ora possono accogliere il personale ospedaliero, ma non gli operai e i dipendenti aziendali come accade invece per gli alberghi. Perciò Agriturist Veneto lancia la campagna social con gli hashtag #ospitalitàinagriturismo e #apriamogliagriturismi.

“Ci sentiamo fortemente penalizzati per una discriminazione che danneggia fortemente i nostri agriturismi veneti – sottolinea Leonardo Granata, presidente regionale di Agriturist, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura. “Riteniamo che ci sia stata un’attività di lobby degli albergatori, che è riuscita ad avere un canale preferenziale riuscendo a escluderci. Con il dpcm entrato in vigore il 4 maggio gli albergatori possono infatti ospitare non solo il personale sanitario, ma anche gli operai che lavorano nei cantieri e i dipendenti delle aziende che hanno ripreso l’attività. Noi invece possiamo far pernottare solo chi lavora in ospedale. Diamo atto al governatore Luca Zaia di aver fatto ciò che poteva con la sua ordinanza, ma ora gli chiediamo di adoperarsi con il governo affinché si possa sanare una situazione intollerabile”.

Granata ricorda che i 1.450 agriturismi del Veneto si trovano spesso in zone isolate, con ampi spazi all’aperto, che facilitano la possibilità di operare in sicurezza, rispettando tutte le normative relative al distanziamento sociale dettate dall’emergenza coronavirus. “Stiamo ricevendo decine di richieste di pernottamento da operai e dipendenti aziendali che lavorano in cantieri e fabbriche dislocate fuori dalle città – spiega -. Spesso operiamo dove non ci sono alberghi, garantendo un servizio importante non solo sotto il profilo dell’ospitalità, ma anche per mantenere l’ambiente e presidiare il territorio. Gravissimo che il ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova non abbia speso una parola su di noi, ignorando evidentemente l’importanza che il nostro comparto riveste sotto il profilo agricolo e turistico”.

Il grido d’allarme degli agriturismi veneti è arrivato sul tavolo del governo. La deputata vicentina Maria Cristina Caretta ha presentato, insieme alla collega Lucrezia Maria Mantovani, un’interrogazione al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali per chiedere di adottare le iniziative possibili “per l’immediata apertura degli agriturismi per il pernottamento, parificando la disciplina a quanto già disposto per gli alberghi”. “Con il decreto del 4 maggio è stata autorizzata la riapertura per le attività di ospitalità, le attività alberghiere e simili, individuate con il relativo codice 55.1 – scrive Maria Cristina Caretta -. Il codice tuttavia esclude di fatto tutte le attività di accoglienza, tra cui gli agriturismi, con diverso codice, pur prestando attività analoghe e facenti entrambi parte della macro-categoria di riferimento relativa agli alloggi”. La Caretta ricorda inoltre che “l’accoglienza effettuata dagli agriturismi è intrinsecamente connessa con l’attività agricola, la quale, in quanto attività primaria ed essenziale, è sempre stata consentita da tutti i provvedimenti normativi in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”. Per questo, conclude, ritiene “incomprensibile il motivo di una restrizione di tale entità, dal momento che anche le attività di agriturismo hanno approntato tutte le misure previste dai vari protocolli in materia di contenimento del virus”. Infine chiede “se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda adottare al fine di disporre un’immediata apertura degli agriturismi per il pernottamento, parificandone la disciplina a quanto già disposto per gli alberghi”.