06/06/2020

Il settore vitivinicolo risulta fra quelli maggiormente colpiti dalle misure restrittive dovute all’emergenza Coronavirus, e necessita di misure urgenti di sostegno per la ripartenza. Il primo provvedimento al vaglio del Governo riguarda la riduzione volontaria delle rese per le uve (sia quelle per vini Dop e Igp che quelle non). Per la cosiddetta “vendemmia verde” il Governo ha stanziato circa 100 milioni di euro, destinati alle imprese viticole che, su base volontaria, si impegnino a ridurre la produzione di uva destinata a vini Dop e Igp di almeno il 15% rispetto al valore medio delle quantità prodotte dall’azienda stessa negli ultimi 5 anni. Il Mipaaf ha informato che i premi saranno suddivisi per fasce Igt, Doc e Docg, e che non sarà possibile ricaricare su vini generici la mancata produzione delle altre tipologie, con approvazione del testo prevista per la conferenza Stato-Regioni di giugno. Quanto alle uve per vini non Dop e Igp, l’articolo 224 del Dl Rilancio ha abbassato la resa massima di uva da 50 a 30 tonnellate, con alcune aziende che riceveranno una deroga per 40 tonnellate. La riduzione in questo caso sarà obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2021. La misura della cosiddetta “vendemmia verde” è molto importante per le nostre aziende ma molto dipenderà dal premio che il Ministero riconoscerà per il calo di produzione. Come Confagricoltura abbiamo chiesto che il contributo sia pari al costo sostenuto per effettuare la riduzione, sommato al mancato ricavo delle uve oggetto della riduzione stessa. Per le Igt dunque il contributo non dovrebbe essere inferiore ai 500 €/ha per le uve Igt, ai 900 €/ha per le Doc e ai 1.300 €/ha per le Docg. Esprimiamo poi timori per i tempi lunghi, in quanto le misure sono ancora in attesa di approvazione politica, cui dovranno fare poi seguito i decreti attuativi. Sarebbe importante che diventassero operative già a partire dall’agosto di quest’anno, in modo che gli effetti si facciano sentire già su questa campagna produttiva. Al vaglio anche la distillazione di crisi per vini non Dop e Igp (ma si sta ragionando anche su quelli Dop e Igp) al prezzo di 2,5 €/ettogrado, con 50 milioni di euro stanziati e premio pagato direttamente ai produttori.