21/10/2022

Ormai da giorni, giungono notizie sulla ricezione delle fatture elettroniche con cui il GSE addebita ai produttori la differenza sul prezzo dell’energia già corrisposto in attuazione della previsione contenuta in materia di extra-profitti dall’art. 15bis d.l. 4/2022.

Ad inizio anno, il legislatore era intervenuto imponendo un meccanismo per contenere il prezzo dell’energia corrisposto ad impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW, che godono di premi fissi derivanti dal Conto Energia, nonché ad impianti FER, con potenza superiore a 20 kW, entrati in esercizio prima del 01.01.2010 e che non accedono a meccanismi di incentivazione.

Come è noto, il meccanismo prevede la fissazione di un prezzo di riferimento (per il Nord € 58,00/mWh) rispetto al quale è rapportato il prezzo effettivamente corrisposto. Se la differenza è positiva, il GSE incamera la somma. Se la differenza è negativa, il GSE la corrisponde.

Poiché, in base alle attuali quotazioni di mercato, il prezzo corrisposto supera il prezzo di riferimento, il GSE sta procedendo, in questi giorni, ad emettere fatture per recuperare le differenze maturate da febbraio ad agosto.

Si tratta di fatture con importi significativi che, possono aggirarsi anche in centinaia di migliaia di euro o più. Peraltro, si tratta di fatture che prevedono termini di pagamento minimi, considerato che il versamento è previsto, a mezzo PagoPA, entro il 31.10.2022, vale a dire dopo una manciata di giorni rispetto alla data di ricevimento.

È evidente che, nella maggioranza dei casi, le imprese agricole, già alle prese con i rincari registrati nel corso dell’anno e con le gravi conseguenze derivanti dalla siccità, non abbiano a disposizione quelle somme.

È già stata tentata una prima interlocuzione con il GSE al fine di ottenere, quanto meno, una dilazione del termine di pagamento e la possibilità di una rateizzazione. Al momento, tuttavia, la risposta è negativa.

Si tratta di una posizione francamente poco comprensibile e poco condivisibile.

Il legislatore, ben consapevole del momento di profonda crisi, ha riconosciuto crediti di imposta in materia di energia elettrica, gasolio e gas. Per coerenza, ci si sarebbe dovuti attendere una dilazione dei termini per il versamento dei c.d. extra-profitti, onde non vanificare la logica dei crediti così concessi.

Peraltro, la richiesta di pagamento si accompagna ad incertezze di carattere fiscale, sinora non chiarite né dal Ministero né dall’Agenzia delle Entrate. Poiché le fatture ricevute dal GSE sono rilevate negli acquisti, le stesse non dovrebbero incidere sull’ammontare dei corrispettivi con la conseguenza che le imprese agricole corrono il serio rischio di essere tassate su profitti che non hanno maturato.

L’Associazione ricorda come nei confronti della delibera ARERA attuativa dell’art. 15bis d.l. 4/2022 penda un giudizio promosso, da numerosi associati, dinanzi al TAR Lombardia, Sede di Milano, con udienza fissata per la fine di novembre 2022.

Considerato il giudizio pendente e le numerose incertezze che ancora caratterizzano la misura, lo sforzo di Confagricoltura è massimo per ottenere l’annullamento di una misura di dubbia legittimità, e, nell’attesa, affinché sia disposta la posticipazione dei termini di pagamento.