19/12/2020

La Direzione generale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione europea, su esplicita richiesta della Regione Sicilia, ha precisato che il credito d’imposta riconosciuto ai sensi della L. 160/2019 (Agricoltura 4.0), ancorché riconosciuto alla generalità dell’imprese, costituisce comunque un contributo pubblico.

Perciò, con riferimento alle medesime spese, il cumulo del credito d’imposta con eventuali aiuti del PSR è ammesso, ma deve rimanere entro i limiti fissati dall’allegato II del Regolamento (UE) n. 1305/2013.

Per quanto riguarda gli investimenti materiali tali limiti sono del 40% nella generalità delle aree e del 50% nelle aree svantaggiate, limiti maggiorabili fino al 20% per i giovani agricoltori.

Queste indicazioni provenienti da Bruxelles contrastano con quanto sostenuto da alcune regioni italiane, tra le quali i Veneto e la Lombardia, secondo le quali il credito d’imposta, essendo un’agevolazione fiscale, non è da considerarsi un aiuto di Stato e non pone perciò un problema di cumulo.

Considerata l’incertezza generata dall’interpretazione scaturita dalla Direzione generale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, Confagricoltura ha chiesto immediatamente chiarimenti ai competenti uffici del Governo e delle regioni del nostro Paese in quanto questo orientamento pone un limite molto pesante al credito di imposta 4.0, su cui avevano contato molti agricoltori che stanno facendo nuovi investimenti tecnologici e ad alto contenuto di innovazione. 

In allegato comunicazione del dott. Franco Contarin direttore della Area Sviluppo Economico Direzione ADG Feasr e Foreste della Regione Veneto. 

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