01/05/2021

I provvedimenti amministrativi che dovrebbero dare corpo alla tanto attesa semplificazione delle procedure che rendono possibile l’erogazione degli aiuti pubblici per le assicurazioni contro le avversità atmosferiche tardano ad essere emanati (attualmente sono attesi per la prima settimana di maggio), anche se di fatto il sistema dei Condifesa e delle Compagnie Assicurative li hanno già attuati, essendo la campagna assicurativa 2021 avviatasi da tempo. In attesa quindi di conferme nei prossimi provvedimenti ministeriali, è opportuno fornire alcuni chiarimenti, frutto di un momento di approfondimento avuto alcuni giorni fa nel corso di una video conferenza, con la partecipazione del Ministero e di ISMEA. Come ormai noto a quanti hanno già provveduto a mettere in copertura le proprie produzioni, l’annata assicurativa 2021 vedrà l’introduzione dello “Standard Value” (o Valore Standard). Tale valore, che di fatto esprime una PLV media per ettaro, è stato determinato (e lo sarà con cadenza annuale) su base statistica da ISMEA e rappresenta il valore con cui l’Amministrazione Pubblica (AGEA nella fattispecie) verificherà e controllerà (al fine dell’erogazione del contributo pubblico) le polizze agevolate sottoscritte nel corso del 2021. Rappresenta una sorta di asticella entro la quale si riterrà congruo il valore assicurato indicato in polizza. Con lo Standard Value l’Amministrazione si aspetta di rendere più rapide le verifiche dei PAI e delle polizze, più sollecita l’erogazione del contributo, meno frequenti i contenziosi con le aziende. E’ bene precisare subito che resta obbligatoria la presentazione del PAI (uno per ogni coltura/comune assicurata), anche se la compilazione dello stesso dovrebbe essere meno impegnativa. Infatti, non sarà più necessario documentare (con fatture, perizie, benchmark) le rese produttive delle annate precedenti. Sarà esclusivamente necessario che il produttore dichiari il suo valore medio storico (euro/ettaro) della produzione che intende assicurare. Se il valore dichiarato sarà inferiore allo SV, all’azienda non verrà chiesta alcuna documentazione probatoria attestante il valore indicato in PAI. Secondo proiezioni elaborate da ISMEA questa situazione dovrebbe vedere coinvolte circa il 95% dei PAI presentati. Se viceversa il valore medio della produzione aziendale dovesse essere superiore allo SV, perché possa essere accettato dall’Amministrazione, l’azienda dovrà dimostrare, in sede di istruttoria della domanda di concessione del contributo, l’effettiva capacità di ottenere il valore dichiarato, esibendo la necessaria documentazione probatoria (le cui caratteristiche dovranno essere meglio precisate da una prossima circolare AGEA). Qualora ciò non fosse possibile, il valore del PAI verrà ricondotto, ai fini della determinazione del contributo, al Valore Standard. Come per il passato il valore medio aziendale (nei casi in cui se ne rendesse necessaria la determinazione) dovrà essere calcolato prendendo a riferimento gli ultimi tre anni o gli ultimi cinque scartando il migliore e il peggiore. Sempre come nelle annate passate, qualora il valore indicato nel PAI (o accertato nei casi previsti) dovesse differire dal valore medio indicato in polizza, il contributo verrà calcolato sul minore dei due.