22/10/2022

In riferimento agli impieghi di prodotti fitosanitari a base di 1,3 Dicloropropene e Cloropicrina (fumiganti del terreno) in situazioni di emergenza, ai sensi dell’articolo 53 del regolamento CE 1107/2009, il Ministero della Salute non ha concesso le relative autorizzazioni, essendo entrambe le molecole non più autorizzate da maggio 2022.
Sul versante europeo, gli esperti degli Stati membri, riuniti nello SCoPAFF (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed), non hanno raggiunto alcuna decisione, né a favore né contraria, rispetto alla proroga dell’approvazione dell’uso del glifosato. La decisione spetta ora al cosiddetto comitato d’appello; qualora non dovesse emergere un parere favorevole o contrario, la decisione finale spetterà alla Commissione europea. Occorre evidenziare, come la proposta di prorogare l’autorizzazione all’uso del glifosato fino alla fine del prossimo anno sarebbe utile per permettere all’EFSA di concludere la sua valutazione scientifica.
Nel contempo, è stato pubblicato da ISPRA il “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque” (edizione 2022) sulla base dei dati di monitoraggio relativi agli anni 2019-2020. Nelle acque superficiali sono stati trovati fitofarmaci nel 55,1% dei punti di monitoraggio e nel 30,5% sono state riscontrate concentrazioni superiori ai limiti ambientali. Complessivamente sono state trovate 183 sostanze diverse, rappresentate per la maggior parte da erbicidi.
Se è vero che nel Nord del Paese la presenza dei fitofarmaci risulta più elevata di quella media nazionale, arrivando a interessare il 67% dei punti delle acque superficiali e il 34% delle acque sotterranee, deve essere tenuto presente che questo dipende anche largamente dal fatto che le indagini sono generalmente più rappresentative. Difatti, la frequenza con cui vengono rilevati i fitofarmaci nei punti di monitoraggio e nei campioni complessivamente aumenta nel periodo 2011-2020, in modo correlato all’estensione della rete e al numero delle sostanze cercate.
In merito alla sua reale rappresentatività, lo studio incontra diverse difficoltà a causa delle disomogeneità ancora presenti nei monitoraggi regionali, con differenze nella rete e nelle frequenze di campionamento, ma anche nel numero delle sostanze controllate e nei limiti di quantificazione analitici. Questa consapevolezza impone particolare cautela nell'interpretazione dei dati.