24/10/2025
Lo scorso 17 ottobre 2025 si è riunito a Bruxelles il Gruppo di lavoro “Olio” del COPA-COGECA.
La riunione ha rappresentato un momento importante di confronto tra le principali organizzazioni europee del settore.
Il gruppo di lavoro ha analizzato la situazione del mercato europeo dell’olio di oliva. Dalle relazioni presentate è emerso un quadro complesso e disomogeneo. La Spagna, principale produttore mondiale, prevede una produzione di circa 1.370.000 tonnellate, leggermente inferiore rispetto all’anno precedente. Anche in Grecia le previsioni sono in calo, con una produzione stimata sotto le 255.000 tonnellate del 2024; i primi contratti, riferiti a raccolti precoci, si aggirano intorno ai 7,8 euro al chilo, ma non sono ancora indicativi delle tendenze di mercato.
Per quanto riguarda l’Italia, le stime sono state più incoraggianti: la produzione dovrebbe attestarsi intorno alle 300.000 tonnellate, con un incremento del 30% rispetto alla campagna precedente. L’aumento riguarda in particolare Puglia e Calabria, mentre nel Nord si registra un calo dovuto agli eventi climatici estremi e all’andamento meteorologico irregolare. Alla data della riunione, i prezzi medi si mantenevano intorno ai 9 euro al chilo, con un livello di scorte pari a 133.000 tonnellate, in crescita del 20% su base annua. Il Portogallo, invece, continua a soffrire per la siccità: nel Sud del Paese non piove da oltre sei mesi e le produzioni, sia tradizionali che intensive, risultano fortemente compromesse. In Francia si osserva un’espansione del comparto, con una produzione che dovrebbe aggirarsi intorno alle 12.000 tonnellate. Tuttavia, l’ingresso di operatori provenienti dal settore vitivinicolo sta suscitando preoccupazione tra i produttori olivicoli.
Infine, è stato riferito dai delegati spagnoli che in Tunisia si prevede una produzione di circa 500.000 tonnellate, confermandosi un attore sempre più competitivo sui mercati internazionali.
Nel complesso, il gruppo di lavoro ha condiviso la preoccupazione per la perdita di competitività dell’olio europeo rispetto ai produttori del Nord Africa e del Mediterraneo orientale, come Turchia e Tunisia, che beneficiano di costi di produzione inferiori e di impianti olivicoli moderni. È stato quindi ribadito il bisogno urgente di un piano europeo di sostegno strutturale al settore olivicolo, capace di rilanciare la competitività e di accompagnare le imprese nella transizione verso modelli produttivi più moderni e sostenibili.
