12/09/2025
Venerdì 12 settembre a Milano, nella sede della Regione Lombardia, è stata sottoscritta la nuova Intesa interregionale per lo sviluppo della filiera del pioppo, alla presenza degli assessori all’Agricoltura delle principali Regioni italiane a vocazione pioppicola (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) con Confagricoltura e l’Associazione Pioppicoltori Italiani
La nuova intesa aggiorna e rinnova, a dieci anni di distanza, l’accordo di Venezia del 2014 ed ha a sua volta validità decennale. L’obiettivo è di rafforzare il ruolo strategico della pioppicoltura per l’economia nazionale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza delle forniture di legname.
Gli obiettivi del documento sono incentivare la nascita di filiere dedicate, aumentare la materia prima nazionale destinata all’industria interna del legno, della carta e dell’energia rinnovabile, promuovere le pratiche colturali sostenibili, intercettare sostegni economici dai fondi Ue, a partire da quelli per lo sviluppo rurale, regolamentare l’attività pioppicola all’interno delle aree della Rete Natura 2000 e di altre aree protette, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento sul Ripristino della Natura.
“Il cammino è tracciato, lo dobbiamo percorrere tutti insieme: istituzioni, organizzazioni del settore e mondo della ricerca – ha commentato il componente di giunta di Confagricoltura, Cesare Soldi, intervenuto all’incontro –. Con l’accordo sarà possibile risolvere molte criticità che gli operatori attualmente si trovano ad affrontare. A partire dai nuovi vincoli derivanti dal Regolamento europeo sul Ripristino della Natura e dalla progressiva riduzione della remunerazione e quindi della competitività delle imprese”.
Il Regolamento dovrà essere recepito entro fine anno dal ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica e diventerà il documento di riferimento per i prossimi decenni. Tra le azioni previste e richiamate anche dalla Strategia europea sulla biodiversità, ci sono interventi per riportare a scorrimento libero 25.000 km di fiumi italiani.
Confagricoltura auspica che la futura applicazione del Regolamento terrà presente il nuovo orientamento europeo sulla competitività e la strategia del commissario Ue all’Agricoltura. Lo stesso vale per i contenuti, ancora in discussione, del Piano per la rinaturazione del fiume Po. Un progetto che presenta ancora forti criticità per molte aziende agricole e intere filiere strategiche collegate, come quella del legno-arredo.
“Per non commettere gli errori del passato serve una maggiore concertazione con tutti i portatori di interesse dei territori coinvolti dall’accordo firmato oggi – ha sottolineato Soldi –. Serve maggiore trasparenza nella condivisione della documentazione scientifica a supporto di alcune misure e bisognerà considerare sia gli impatti ambientali, sia quelli sulla gestione dei territori e le attività produttive. Non dobbiamo dimenticare il ruolo che le imprese silvicole svolgono anche nella manutenzione della sicurezza idraulica del Paese”.
“La pioppicoltura, pur coprendo solo l’1% della superficie boscata italiana, rappresenta la principale fonte interna di approvvigionamento di legname: garantisce il 45% del legname lavorato di origine nazionale e circa il 33% del totale utilizzato nel settore legno-arredo – dichiara l’assessore Federico Caner -. La superficie nazionale coltivata a pioppo è stimata in 54.000 ettari, ma per garantire l’autosufficienza del comparto ne servirebbero almeno 115.000. Il fabbisogno nazionale è stimato in 2,2 milioni di metri cubi l’anno, mentre la produzione interna non supera il milione di metri cubi, costringendo l’Italia a essere il secondo importatore mondiale di pioppo dopo la Cina”. Negli anni, anche alla luce dell’accordo di Venezia del 2014 con le altre Regioni pioppicole, il Veneto ha sostenuto la pioppicoltura attraverso la programmazione dello Sviluppo rurale. Grazie al PSR 2007-2013 sono state soddisfatte 407 domande, con 1.317 ettari finanziati per 4,7 milioni di euro di contributi. La successiva programmazione, il PSR 2014-2022, ha visto finanziate 261 domande, per 1.248 ettari e 3,9 milioni di euro. L’attuale CSR 2023-2027 per ora ha accolto 123 domande, per 463 ettari e 2,2 milioni di euro; in aggiunta, sono stati avviati in Veneto Sistemi Agroforestali Innovativi con 6 domande finanziate per circa 70 ettari. “Da parte sua, il Veneto conta oggi circa 3.000 ettari di pioppeti. Un dato che, sebbene inferiore rispetto alle altre regioni del bacino padano, mostra grandi potenzialità di sviluppo. La filiera regionale – specifica Caner - si completa con la presenza di 4 vivai specializzati che producono circa 100.000 pioppelle all’anno, di cui il 20% cloni a Maggior Sostenibilità Ambientale più resistenti agli agenti patogeni. Diverse imprese venete di trasformazione vantano inoltre la certificazione PEFC “Chain of custody” per la tracciabilità del legno. Grazie a questa coltura si sono sviluppate filiere ad alto valore aggiunto – dagli sfogliati ai tranciati, dai compensati ai pannelli a base di legno, fino alla carta e alla biomassa energetica – alimentando per decenni la nostra industria”.
“Con la firma di oggi – sottolinea ancora Caner - confermiamo il nostro impegno per una filiera che è al tempo stesso agricola, industriale e ambientale. Il pioppo è una risorsa strategica: pur rappresentando appena l’1% dei boschi italiani, garantisce quasi la metà del legno nazionale lavorato. È quindi evidente quanto sia fondamentale investire su questa coltura per ridurre la dipendenza dall’importazione di materia prima e rafforzare il nostro tessuto produttivo”.
Caner evidenzia anche la valenza green: “I pioppeti sono tra i sistemi agro-forestali più efficaci per l’assorbimento dei gas serra, utilizzano meno fitofarmaci rispetto alle colture annuali e contribuiscono al riequilibrio del bilancio del carbonio. Sostenere la pioppicoltura significa investire nella sostenibilità, nel paesaggio e nella competitività del nostro Made in Italy. Il Veneto, con i suoi 3.000 ettari coltivati a pioppo e oltre 3.000 imprese del legno, ha molto da guadagnare da questa intesa: più superfici, più valore aggiunto, più occupazione. È un passo concreto per dare futuro alle nostre filiere agricole, forestali e industriali”.