14/11/2025
L’articolo 26 del Ddl di Bilancio ha sollevato una chiara protesta da parte di Confagricoltura e anche di altre associazioni imprenditoriali non agricole. Si tratta della norma che dispone, a decorrere dal 1° gennaio 2026, il divieto di compensazione dei crediti d’imposta per investimenti con i contributi previdenziali e premi Inail. Una simile restrizione avrebbe un impatto notevole sulla gestione finanziaria delle aziende, soprattutto quelle agricole, per le quali i contributi previdenziali costituiscono una voce importante di costo.
Ci si chiede però quale possa essere la legittima decorrenza del divieto. La nuova norma sembrerebbe trovare la sua corretta applicazione solo in relazione ai crediti aventi decorrenza dal 1° gennaio 2026 e non su quelli pregressi; ciò in base al “principio di affidamento” del contribuente. In pratica, un contribuente che ha regolato la propria condotta in conformità a una normativa, non può subire conseguenze per un successivo mutamento normativo o interpretativo. Quindi, al fine di evitare contenziosi, è da ritenersi che la norma vada meglio specificata, in modo che non violi lo Statuto dei diritti del contribuente (legge n. 212/2000) su cui si fonda il “principio di affidamento”. Confagricoltura si sta adoperando nelle sedi competenti per far rilevare l’illegittimità di tale disposizione con efficacia retroattiva.
