25/07/2025
Il budget dedicato all’agricoltura per il periodo 2021/2027 venne a suo tempo fissato in circa 380 miliardi di euro, pari al 31% del budget totale della Ue, fissato a 1200 miliardi di euro (oltre ai 750 dedicati ai PNRR nazionali da spendere entro il 2026). Rispetto al precedente periodo di programmazione, il budget per la PAC ha pertanto subito una contrazione, che per l’Italia si è attestata attorno 15%. Malgrado le numerose richieste di aumento del budget formulata da Copa e Cogeca, unitamente a molte associazioni agricole della UE, Confagricoltura in primis, o quantomeno di adeguamento all’inflazione, la Commissione ha annunciato per il bilancio 2028-2034 il taglio di un ulteriore 20%, che porterebbe le risorse totali da 380 a 300 miliardi. Inoltre la Commissione intende trasferire agli stati membri tutti i fondi indiretti gestiti da Bruxelles, facendoli convergere in un unico strumento finanziario nazionale. In pratica la Commissione ritiene necessario disporre di un budget flessibile con risorse che possano essere trasferite più agevolmente in caso di necessità. Ciò significa che in tale scenario, i fondi di coesione, della pesca, il fondo sociale, il fondo europeo di sviluppo regionale ed i fondi della PAC, saranno trasferiti agli stati membri, che li dovranno gestire con modalità analoghe a quelle del PNRR. L’erogazione di tali risorse finanziarie potrebbe inoltre essere sospesa o revocata in caso di mancato rispetto dei diritti umani, di malfunzionamenti della giustizia o della pubblica amministrazione, analogamente a quanto accade per il PNRR. Secondo Confagricoltura un fondo unico nazionale in cui confluiscono tutti i fondi europei porterebbe in primis a:
• Un rischio di rinazionalizzazione della PAC, che da prima politica unionale diventerebbe di fatto nazionale;
• Una forte distorsione di concorrenza tra agricoltori europei;
• Potrebbe iniziare una “guerra” nazionale tra ministeri per la gestione delle risorse;
• Una ulteriore marginalizzazione delle competenze delle Regioni.
Il Parlamento europeo sostiene la posizione di Confagricoltura e delle altre associazioni agricole europee, ed ha recentemente approvato una risoluzione dove indica chiaramente che il budget della PAC deve essere aumentato e deve esserne mantenuta l’attuale struttura. Gli eurodeputati italiani Nardella e Dorfmann, per conto dei rispettivi gruppi politici, il 3 luglio scorso hanno definito un comunicato congiunto per ribadire la loro contrarietà al fondo unico, chiedendo un aumento dei fondi per la PAC. Nonostante ciò, la Commissione Europea sembra risoluta a mantenere la propria visione. A questo proposito, il Presidente di Confagricoltura e del Copa, Massimiliano Giansanti, a margine della manifestazione di protesta svoltasi a Bruxelles lo scorso 16 luglio, ha minacciato una lunga stagione di mobilitazione per fare in modo che, entro i prossimi due anni, la decisione della Commissione venga rivista.
Confagricoltura a Bruxelles per manifestare contro i tagli alla PAC
Lo scorso 16 luglio a Bruxelles, il Copa-Cogeca e Confagricoltura, insieme alle altre principali organizzazioni agricole europee, hanno lanciato un forte allarme e una condanna senza mezzi termini nei confronti della proposta di Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2032, che prevede tagli significativi alla Politica Agricola Comune. Questa mossa ha scatenato la ferma opposizione del settore, che vede in tali riduzioni una minaccia diretta alla sua sopravvivenza e alla sicurezza alimentare del continente. In un'epoca di profonde incertezze globali, indebolire il sostegno all'agricoltura europea è una scelta miope e pericolosa. Tali tagli, infatti, comprometterebbero gravemente la capacità degli agricoltori di garantire la sicurezza alimentare, promuovere la sostenibilità ambientale e mantenere la propria competitività. Le imprese agricole europee, già confrontate con standard elevati e costi crescenti, perderebbero ulteriormente terreno rispetto ai concorrenti globali, con conseguenze devastanti per l'occupazione e le economie rurali. Le organizzazioni hanno quindi ribadito con forza la necessità di un bilancio europeo ambizioso e lungimirante, che riconosca il ruolo strategico insostituibile dell'agricoltura. Una PAC forte significa tutelare il reddito degli agricoltori, che sono i custodi del territorio e i primi garanti della nostra alimentazione, e salvaguardare la capacità produttiva dell'Unione Europea. La mobilitazione del 16 luglio 2025 è un chiaro segnale che il settore agricolo non intende subire passivamente decisioni che ne minerebbero il futuro.