16/05/2025
Nella dichiarazione dei redditi che si sta compilando in questi giorni, relativa all’anno di imposta 2024, con riferimento ai redditi dei terreni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla relativa previdenza agricola, è presente la nuova esenzione dall’Irpef “a scaglioni”. Fino all’anno d’imposta 2023 l’esenzione dall’Irpef era infatti totale, ora è invece prevista nel seguente modo:
- i redditi dominicale e agrario non concorrono a formare il reddito imponibile fino a € 10.000
- l’importo eccedente, fino a € 15.000, concorre a formare l’imponibile Irpef per il 50%
- i redditi dei terreni che eccedono € 15.000 concorrono in misura intera.
Gli importi sopra indicati devono tenere conto anche della maggiorazione fiscale da applicare ai redditi risultanti in catasto: il reddito dominicale per l’80% e l’agrario per il 70%.
Alcuni esempi numerici per chiarire il meccanismo di esenzione:
- un soggetto coltivatore diretto / imprenditore agricolo professionale dichiara € 10.000 di reddito agrario catastale, in quanto affittuario del terreno che conduce: con la rivalutazione del 70% il reddito agrario diventa € 17.000, di cui € 12.500 non tassati (€ 10.000 più € 5.000 al 50%), e il reddito agrario imponibile risulta quindi pari a € 4.500 (€ 17.000 meno € 12.500)
- lo stesso soggetto che conduce invece un terreno di sua proprietà, con reddito dominicale di € 5.000 e reddito agrario di € 4.000: con la rivalutazione fiscale, diventano rispettivamente € 9.000 e € 6.800 per un totale di € 15.800; il reddito tassato diventa € 3.300 (€ 15.800 meno € 12.500) che rapportato a € 15.800 ne costituisce il 20,88%; pertanto, il reddito dominicale imponibile è di € 1.880 (20,88% di € 9.000) e il reddito agrario imponibile è di € 1.420 (20,88% di € 6.800).
Per i contribuenti che non sono né coltivatori diretti, né imprenditori agricoli professionali, non è prevista nessuna esenzione dall’Irpef e inoltre, dopo aver calcolato la rivalutazione dell’80% / 70%, i redditi dominicali e agrari devono essere ulteriormente rivalutati del 30%.