15/10/2021

Entro il 2026 tutta l’Italia sarà coperta con una banda larga o ultra-larga fino a 1 Gbps (Gigabit). Il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, ha ricordato l’obiettivo del piano industriale dell’azienda partecipata da CDP e Enel che coincide con la scadenza dell’applicazione del PNRR. L’occasione è stata la tavola rotonda streaming “Italia Digitale: il valore della connettività e impatto sul territorio” del Sole24Ore, al quale ha partecipato anche il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Nel suo intervento il presidente Giansanti ha esordito sulle problematiche legate alla fibra e al digital divide “Per fortuna che c’è Open Fiber a portare internet nelle campagne”, ha detto, ricordando che i 2/3 dell’Italia sono composti da aree rurali e boschive. “È quindi fondamentale dotare il settore primario delle connessioni e degli strumenti per affrontare la sfida della sostenibilità”. Quella tecnologica, è la nuova rivoluzione che l’agricoltura si trova ad affrontare negli ultimi 100 anni. “Dopo la selezione genetica, la meccanizzazione e la chimica, la tecnologia è il cambiamento radicale che stiamo vivendo - ha detto il presidente di Confagricoltura -. È la chiave per rispondere alla domanda globale crescente di cibo ma che abbia meno impatto sull’ecosistema. L’offerta deve essere sempre più orientata verso la sostenibilità”.

Per Giansanti la strada degli incentivi fiscali intrapresa dallo Stato è quella giusta. “Il governo ci ha assicurato incentivi fiscali per chi investirà in innovazione. Il percorso, avviato nel 2019, proseguirà”. Ma l’ammodernamento dei processi produttivi e di marketing è soltanto un pezzo del problema. Senza infrastrutture digitali adeguate non si va lontano. “Sensori e droni oggi permettono una gestione delle colture razionale e proattiva - ha detto Giansanti -. Però parliamo di tecnologie che hanno bisogno di connessioni potenti per funzionare al meglio”. E se è vero che il 5G non basterà a rispondere alla domanda delle zone rurali, “la fibra ottica è fondamentale per la connessione delle aree interne”.

Un’affermazione non scontata, anche alla luce di quanto detto nel suo intervento da Franco Bassanini, riguardo al ritardo del cablaggio delle zone rurali, collinari e montane. In queste aree – ha osservato - “affrontiamo ritardi dovuti ai maggiori costi dei lavori infrastrutturali, alla burocrazia e al rispetto delle regole sugli appalti. Al contrario dei cantieri nelle città, in campagna il codice degli appalti deve essere rispettato in toto. In più bisogna aggiungere la crisi di alcuni nostri fornitori strategici come Italtel”. E così, se il piano industriale di Open Fiber è completato per 2/3 nella parte dedicata ai centri urbani, il capitolo relativo alle zone rurali è completo al 50% circa.

Internet of Things (IoT) è ormai una vera esigenza nelle zone rurali e boschive. Secondo il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli per due ragioni in particolare. “Le nuove generazioni domandano già oggi prodotti sostenibili. E lo fanno attraverso lo strumento ormai diffuso dell’e-commerce”. La fibra ottica in campagna è anche lo strumento per dare nuova linfa all’economia delle aree interne italiane, dei borghi rurali. “L’agricoltura non è solo commodity ma anche turismo, commercio, beni e servizi - ha aggiunto il presidente di Confagricoltura -. Parliamo di una vera occasione per lo sviluppo economico di quei territori in cui l’agricoltura è l’unica fonte di ricchezza e lavoro.
Il lavoro agricolo sta cambiando, proprio grazie all’innovazione. Nel corso dell’evento, moderato da Laura Serafini, Massimiliano Giansanti ha parlato anche di un effetto a cascata, innescato dalle nuove tecnologie che oggi coinvolge anche le attività lavorative agricole, sempre più legate a quelle provenienti dal digitale. “Le aziende agricole richiedono profili qualificati che spesso si incrociano con professionalità cresciute in città”. Città che non sempre riescono a rispondere alla domanda di lavoro.