27/08/2022

Il bando Agrisolare pubblicato dal Mipaaf è stato oggetto di approfondimento del Consiglio Direttivo di Confagricoltura, che si è riunito ieri. E’ stato deciso di avviare la macchina operativa che dovrà seguire su tutto il territorio nazionale le imprese che intendono partecipare al bando. Secondo le indicazioni del Ministero delle Politiche Agricole, il provvedimento potrà consentire una nuova capacità di generazione pari a 375mila kW da energia solare.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente Massimiliano Giansanti e dai componenti del Direttivo per l’inclusione delle serre tra le strutture produttive contemplate nella misura del PNRR Parco Agrisolare, proprio come aveva richiesto Confagricoltura, che si era opposta all’esclusione del comparto serricolo e delle attività forestali dalla prima stesura del provvedimento dedicato all’installazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale.

Per l’assistenza alle aziende fino alla scadenza della presentazione delle domande, prevista il 27 settembre, Confagricoltura lavorerà insieme ad ANB, l’Associazione Nazionale Bieticoltori che ha di recente aderito all’Organizzazione.

La struttura confederale e quella di ANB lavoreranno pertanto a stretto contatto per fornire alle imprese agricole risposte immediate e, al contempo, per creare un modello operativo efficace anche per il futuro. 

Le risorse stanziate per il Parco Agrisolare ammontano a 1,5 miliardi di euro, di cui 1,2 riservati a interventi nel settore della produzione agricola primaria e i restanti 300 milioni equamente ripartiti per investimenti nella trasformazione dei prodotti primari in produzioni agricole e non agricole.

I tempi sono ristretti e il bando è complesso, oltre ad essere il primo dedicato al comparto nell’ambito del PNRR. Un altro limite, già evidenziato da Confagricoltura, è rappresentato dal vincolo dell’autoconsumo, ancorché rivisto rispetto alle bozze iniziali. A riguardo la Confederazione continuerà a lavorare affinché nei prossimi bandi tale vincolo venga rimosso, in modo da consentire al settore primario di esprimere al massimo, tanto più nell’attuale situazione di crisi degli approvvigionamenti, la capacità di produzione di energia rinnovabile.