13/12/2020

«Va fatto tutto il possibile per chiudere un accordo commerciale con il Regno Unito. Il “no deal” avrebbe un impatto pesantissimo sulle nostre esportazioni e sulla stabilità dei mercati agricoli a livello europeo». Lo ha dichiarato pochi giorni fa il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla vigilia del Consiglio Europeo e della visita a Bruxelles del premier britannico, Boris Johnson. «Saranno incontri decisivi per il futuro delle relazioni commerciali bilaterali — sottolinea Giansanti — dal 1° gennaio il Regno Unito uscirà dal mercato unico e dall’unione doganale. Senza un accordo, scatterebbero le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio con il ripristino dei dazi sugli scambi e dei controlli alle frontiere. Sarebbero a rischio le nostre esportazioni agroalimentari che ammontano a 3,4 miliardi di euro l’anno, con un’incidenza di oltre il 30% dei prodotti a indicazione geografica protetta. Vini, riso, formaggi, ortofrutta e olio d’oliva sono i prodotti più esposti. Considerato che le esportazioni agroalimentari della Ue sul mercato britannico superano i 40 miliardi, dobbiamo anche mettere in preventivo una condizione di forte instabilità estesa a tutti i mercati agricoli. Basti evidenziare che il 20% dell’intera produzione ortofrutticola olandese è destinata al mercato britannico. Circa il 40% delle esportazioni dell’Irlanda arriva nel Regno Unito. E l’export francese di zucchero oscilla tra 300 e 400mila tonnellate. Di fronte a queste cifre è evidente che il crollo delle esportazioni farebbe saltare l’equilibrio tra domanda e offerta sul mercato europeo».