01/07/2022

“Per il settore ortofrutticolo la riduzione dei principi attivi è una delle questioni più urgenti da affrontare e approfondire, come quelle legate all’aumento dei costi, alla mancanza di manodopera e ai rapporti con la Gdo”. E’ quanto ha spiegato il presidente della Federazione nazionale Frutticoltura di Confagricoltura, Michele Ponso, nel corso di una riunione tra operatori e rappresentanti sindacali di Italia, Francia, Portogallo e Spagna. La UE, in base alla strategia Farm to fork, vuole arrivare a ridurre almeno del 50% le sostanze attive impiegate nella difesa delle colture - ha precisato Ponso -. Un obiettivo condivisibile dal punto di vista teorico, ma solo se sono disponibili alternative in grado di garantire la protezione delle colture. I prodotti fitosanitari proteggono le coltivazioni dalle avversità e permettono di ottenere produzioni che rispettano gli standard richiesti dal mercato. Di fronte all’esplosione delle fitopatie legate ai cambiamenti climatici, la difesa diventa un tema cruciale. Anche la lotta biologica può essere, ad esempio, uno strumento di difesa, se attuata tempestivamente durante la campagna e senza ritardi legati alla burocrazia, come successo per il rilascio della vespa samurai come antagonista della cimice asiatica. La proposta della UE penalizza le nostre imprese senza offrire alcuna soluzione all’utilizzo della chimica - sottolinea Ponso -. Nel mio intervento ho spiegato che la ricerca di alternative alle sostanze attive messe al bando dal mercato presuppone un rilancio della ricerca in questa direzione, magari anche nel campo delle biotecnologie. I fondi per sostenere queste attività, tuttavia, sono in continua diminuzione”. Altra nota dolente sono i dossier fitosanitari che creano disparità di trattamento tra Paesi UE e i Paesi extra-UE. “Non è giusto - spiega il presidente della Federazione nazionale frutticoltura di Confagricoltura - che i produttori europei non possano utilizzare sostanze attive che sono invece impiegate nei prodotti importati da altri Paesi. Chiediamo alla UE che imponga il rispetto di queste regole e pari opportunità di trattamento tra tutti i produttori”.