27/05/2022

“La richiesta avanzata dalla maggioranza degli Stati membri è assolutamente chiara e motivata. Per scongiurare una crisi alimentare su scala globale e frenare la corsa al rialzo dei prezzi, la UE deve aumentare la produzione interna di cereali, semi oleosi e colture proteiche”. È la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione all’esito delle discussioni svolte al Consiglio Agricoltura della UE sulle conseguenze economiche della guerra in Ucraina.

Spetta ora alla Commissione avviare rapidamente le necessarie iniziative legislative per dare agli agricoltori un chiaro quadro di riferimento per le scelte colturali. Ogni ritardo sarebbe incomprensibile ed ingiustificato.

La maggioranza dei ministri dell’agricoltura dei 27 Stati membri ha chiesto, in particolare, di rinviare l’entrata in vigore delle nuove regole sulla rotazione delle colture, prevista a partire dal 1 gennaio 2023 nell’ambito della riforma della politica agricola comune (PAC).

Di fronte ad una situazione eccezionale che in alcuni Paesi può innescare gravi tensioni sociali e politiche, la UE deve valorizzare al massimo il proprio potenziale produttivo è il parere di Confagricoltura. A tal fine, va anche prorogata la deroga alla messa a riposo dei terreni per aumentare di circa 4 milioni gli ettari disponibili per le semine negli Stati membri.

L’attenzione della comunità internazionale è concentrata sullo sblocco delle esportazioni di grano ucraino – circa 20 milioni di tonnellate - fermo nei porti sul Mar Nero, ma occorre anche guardare oltre. Secondo le stime del ministero dell’agricoltura di Kiev, a causa della guerra, i prossimi raccolti di grano e mais faranno registrare una diminuzione compresa tra il 30 e il 50 per cento. Ecco perché la UE ha, a nostro avviso, l’obbligo di accrescere le proprie produzioni per aumentare l’offerta sui mercati internazionali.