26/10/2020

Nei giorni scorsi i ministri europei dell'Agricoltura hanno raggiunto l’accordo sulla riforma della Politica agricola comune post 2020. Sia pur con il voto contrario di Lituania e le astensioni di Romania, Lettonia e Bulgaria, è passata la proposta della presidenza tedesca che impresso una certa accelerazione alla trattativa.

Per Confagricoltura si tratta di un accordo positivo nell’ottica della flessibilità del nuovo modello di gestione della Pac, anche se la strada verso l’intesa finale è ancora lunga e incerta.

Vediamo alcune delle novità contenute nell’intesa.
- La percentuale dei pagamenti diretti che sarà vincolata all'adozione da parte degli Stati membri delle nuove pratiche agricole sostenibili per l'ambiente (i cosiddetti eco-schemi) è stata fissata al 20 per cento con una flessibilità per i primi 2 anni (2023 e 2024). Però i Paesi che già impegnano buona parte dei fondi dello Sviluppo rurale per incentivare le pratiche favorevoli all’ambiente potranno ridurre la suddetta percentuale. Tra le tecniche che potranno rientrare negli eco-schemi ci saranno l'agricoltura di precisione e l'agricoltura biologica. Il sistema degli "ecoschemi" sarà obbligatorio per gli Stati membri, ma facoltativo per gli agricoltori.
- Allo scopo di garantire ancora la protezione del mercato vitivinicolo europeo, il sistema di autorizzazioni all'impianto dei vigneti sarà prorogato fino al 2040.
- Il 13% degli aiuti diretti potrà essere destinato agli aiuti accoppiati per sostenere i settori in crisi. La percentuale potrebbe salire al 15% nel caso di sostegno alle coltivazioni proteiche.
- Confermati i programmi specifici (OCM) per i settori ortofrutticolo, vitivinicolo e per l'apicoltura con una dotazione complessiva pari al massimo al 3% dell’ammontare delle risorse destinate ai pagamenti diretti.
- Su richiesta dell'Italia l’1% per cento delle risorse potrà essere destinato dagli Stati membri ad un fondo per sostenere le assicurazioni contro determinate le avversità.

Il Parlamento europeo in questi giorni sta completando le votazioni sulle risoluzioni legislative riguardanti le proposte di regolamento per la riforma della Pac. Dopo di che verrà avviato il cosiddetto "trilogo" tra le Istituzioni con il compito di trovare l'intesa definitiva sulla nuova Pac che entrerà in vigore l'1 gennaio 2023.

Riportiamo un interessante comunicato stampa dei parlamentari europei De Castro e Dorfmann che hanno da sempre seguito direttamente in Commissione Agricoltura l'evolversi della riforma agricola comune.
Bruxelles, 23 ottobre 2020. "Con il voto di oggi, l'Europarlamento lancia un segnale ai nostri agricoltori: l'Europa è al vostro fianco nella transizione verso sistemi produttivi sempre più sostenibili e redditizi". Lo annunciano Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, coordinatori S&D e PPE alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo. "L'equilibrio trovato nel compromesso raggiunto dopo mesi di negoziazioni garantirà sostegno e sicurezza ai nostri agricoltori per il prossimo decennio, con una nuova Pac più sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto economico e sociale".

"La Politica agricola comune aveva bisogno di un cambiamento – continuano i due eurodeputati – per accompagnare i nostri agricoltori a fare un ulteriore salto di qualità nell’erogazione di servizi ambientali a beneficio dell’intera collettività: abbiamo insistito per ottenere un budget minimo più elevato per i nuovi eco-schemi, la misura che dovrà guidare verso pratiche produttive ancora più sostenibili. Per quanto riguarda lo Sviluppo rurale, abbiamo invece innalzato al 35% le spese per le misure ambientali, quali l'agricoltura biologica". Per De Castro e Dorfmann, l'Unione infatti "ha la responsabilità di fornire prodotti alimentari salubri e di altissima a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro potere d'acquisto. Non accetteremo mai che i prodotti europei diventino riservati a un’élite di consumatori, come invece vorrebbero altri".

De Castro e Dorfmann sottolineano come la dimensione economica della Pac non sia stata messa in discussione: "l'obiettivo della Pac è migliorare la produttività e sostenere il reddito degli agricoltori. Per questo abbiamo lottato per un'agricoltura più forte e competitiva, salvaguardando le misure economiche del primo pilastro, quali i pagamenti diretti e accoppiati alle nostre produzioni strategiche, i pagamenti redistributivi per i piccoli agricoltori, o i finanziamenti per l’attività dei giovani agricoltori".
 
Sul fronte dell'Organizzazione comune dei mercati agricoli "siamo riusciti a consolidare il potere contrattuale dei nostri produttori di eccellenza, in particolare dei nostri viticoltori, e a rafforzare le misure di gestione delle crisi di mercato e la trasparenza lungo la filiera". "Non potevamo poi accettare l'esautorazione delle nostre Regioni nella prossima Pac - sostengono i due parlamentari italiani - per questo siamo riusciti a salvaguardare il loro ruolo cruciale, certi che solo tramite il loro pieno coinvolgimento possiamo rispondere ai bisogni dei nostri agricoltori e delle nostre aree rurali. Serviva poi un'armonizzazione dei livelli di pagamento all'interno degli Stati membri, obiettivo che abbiamo raggiunto non senza difficoltà".

"Il Parlamento europeo ora ha parlato - concludono De Castro e Dorfmann - Adesso siamo pronti a difendere le nostre ambiziose posizioni nei negoziati con Commissione europea e Consiglio dei ministri agricoli, per una politica che è stata il cemento della costruzione dell’Europa, e che oggi assume un valore straordinariamente strategico per il nostro futuro".