23/12/2021

Il perdurare della circolazione virale dell’aviaria sta determinando il coinvolgimento di allevamenti di diverse tipologie di pollame: dopo i tacchini da carne abbiamo broiler, ovaiole ma anche alcuni allevamenti di fagiani e familiari.

Gli approfondimenti epidemiologici in corso da parte dei servizi veterinari territoriali stanno mettendo in luce diversi elementi che suggeriscono una molteplice causalità nel determinismo della malattia. Infatti se da un lato è ormai innegabile l’introduzione del virus (direttamente o tramite fattore umano) dal settore selvatico è anche vero che le intime connessioni logistiche e organizzative della filiera, l’elevata densità zootecnica del territorio, la persistenza in alcuni casi di debolezze sul fronte delle biosicurezze (sia strutturali ma forse ancor più a livello gestionale) e non ultime alcune criticità nella gestione dei focolai che ne hanno rallentato l’estinzione, hanno contribuito a diffondere l’epidemia nel territorio e a farla persistere sino ad oggi. Di particolare suggestione sembrerebbe anche l’osservazione che la ventilazione forzata, di cui negli ultimi anni si sono dotati molti allevamenti al fine di migliorare le condizioni di benessere degli animali, abbia un ruolo non trascurabile nella diffusione dell’infezione soprattutto in situazioni di particolare densità degli allevamenti.

Per quanto riguarda il controllo dell’epidemia si informa che è stata ampliata la Zona di ulteriore restrizione (ZUR) con dispositivo DGSAF prot. n. 29811 del 18/12/2021 a cui si rimanda per i dettagli sulle misure e le diverse aree di rischio.

La Regione Veneto ha inoltre emanato apposita ordinanza (Ordinanza N°173 del 20 dicembre 2021) con cui introduce ulteriori aggiornamenti delle misure di restrizione nelle province di Verona, Padova e Vicenza.

Scarica nota ministeriale DGSAF prot. n. 29811 del 18/12/2021

Scarica Ordinanza Regione Veneto