08/04/2019

Il Veneto sta rischiando una crisi idrica uguale se non peggiore rispetto al 2017, anno della grande siccità. L’allerta arriva dall’assessore regionale all’agricoltura e alla bonifica Giuseppe Pan, dall’Anbi e dagli 11 Consorzi di bonifica del Veneto.

Il fiume Po si avvicina, a Pontelagoscuro, alla fatidica portata di 600 metri cubi al secondo, sotto la quale scatta l'emergenza siccità e anche l'Adige, secondo fiume d'Italia e dal quale "pescano" gli acquedotti di Rovigo, segnala una crescente sofferenza idrica: il trend è allarmante, se si paragona l'attuale portata, inferiore ai 100 metri cubi al secondo, a quella del marzo di 5 anni fa: oltre 271 metri cubi al secondo nel 2014, un exploit dal quale ci si è progressivamente allontanati. D'altronde, sul bacino del fiume Adige, nella prima metà di marzo è caduto il 93% di pioggia in meno (-89% sull'intera regione Veneto; il record spetta al bacino polesano Fissero Tartaro Canalbianco:-97%).

I cambiamenti climatici in corso rischiano che la siccità diventi la normalità ed è per questo che il sistema regionale dei Consorzi deve attivarsi in modo strutturale per realizzare bacini, garantire gli invasi e la portata dei fiumi, mantenere in funzione i 25 mila chilometri di canali irrigui. La Regione Veneto dallo scorso anno ha messo in campo investimenti finanziari per ottimizzare la rete irrigua e contrastare il rischio siccità. In questi giorni sono aperti (o stanno per aprire) 24 cantieri, dislocati nelle sei province del Veneto (Belluno esclusa). Sono in programma opere di ampliamento degli invasi, di ristrutturazione di condotte, di ammodernamento degli impianti irrigui, di ripristino della funzionalità delle derivazioni irrigue o di sostituzione di quelle contaminate o inefficienti, di realizzazione di barriere contro la risalita del cuneo salino.

Sul tema del risparmio idrico, Confagricoltura ha stretto una serie di partnership legate all’agricoltura di precisione e il suo ruolo nel risparmio idrico, con soluzioni tecnologiche altamente innovative. In particolare sta sviluppando con Netafim, multinazionale del settore, un programma di intervento per ottimizzare l’uso dell’acqua nelle aziende associate. I dati messi a disposizione da Netafim dimostrano infatti che l’adozione di sistemi di irrigazione a goccia, dove possibile in relazione alle infrastrutture irrigue presenti, consente di incrementare le rese e diminuire l’utilizzo dell’acqua.