18/03/2022

Di seguito una serie di notizie sul momento di crisi in atto, le azioni del Ministrero e delle Regioni e attività sindacali che hanno visto Confagricoltura come promotrice di soluzioni delle diverse problematice.

Il Presidente di Confagricoltura a Bruxelles: migliorare la sicurezza alimentare
“L’Unione europea è chiamata ad aumentare la propria produzione agricola per contribuire a evitare una crisi alimentare a livello internazionale a seguito dell’invasione dell’Ucraina” - È quanto dichiara da Bruxelles il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Nella capitale belga Giansanti sta avendo una serie di incontri per illustrare le proposte delle di Confagricoltura alla vigilia della riunione del Consiglio Agricoltura UE, in programma il 21 marzo, chiamato a decidere le prime misure necessarie per aumentare, in particolare, la produzione di cereali e semi oleosi e contenere l’impatto del rialzo senza precedenti dei costi di produzione. A questo proposito il Presidente di Confagricoltura sta sottolineando l’urgenza di aprire definitivamente la strada alle tecnologie di evoluzione assistita (TEA), facendo pieno affidamento sulla ricerca scientifica e sulle innovazioni tecnologiche.

Agrinsieme: pianificare immediato e futuro primario, a partire da seminativi
“Riteniamo che debba temporaneamente essere sospesa l’adozione della nuova Pac, così come l’obbligo del greening; allo stesso modo si renderebbe necessaria una proroga dell’attuazione della strategia Farm to Fork, rivedendola alla luce della situazione odierna”. Lo ha sottolineato Massimiliano Giansanti, coordinatore di Agrinsieme, che riunisce Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo ad una riunione svoltasi al Mipaaf alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. “Vanno poi riviste - ha affermato il coordinatore di Agrinsieme - le norme che vincolano o limitano la possibilità produttiva dei campi; basti pensare che oggi in Italia, tra EFA e altro, abbiamo ben 1 milione di ettari che non vengono coltivati e che si potrebbero recuperare e mettere a regime. In questo contesto si inseriscono gli aumenti dei costi, con particolare riferimento a quelli dell’energia, che vanno calmierati con appositi interventi dell’esecutivo per garantire un’adeguata produzione di cereali e semi oleosi. Sul gasolio, in particolare, serve una rivisitazione delle aliquote delle accise. Altro punto importante, per Agrinsieme, è la ricerca: serve una ripresa su varietà riprodotte in Italia con brevetto italiano, perché ad oggi ci approvvigioniamo dalle multinazionali. Sementi come girasole, mais e soia sono frutto della ricerca di altri Paesi. Serve una valutazione approfondita, infine, - ha concluso Giansanti - sulla questione fertilizzanti e sulle zone vulnerabili a nitrati. Anche qui è necessaria la sospensione temporanea in ragione dell’eccezionalità della situazione”.

Dal consiglio europeo l’indicazione a ridurre la dipendenza dalle importazioni agroalimentari
Dal vertice straordinario dei Capi di Stato e di Governo svoltosi a Versailles il 10 e 11 marzo scorsi per discutere della crisi Ucraina, è uscito l’impegno di migliorare la sicurezza alimentare della UE riducendo la dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi, in particolare aumentando la produzione di proteine vegetali, con l'invito alla Commissione a presentare quanto prima opzioni per affrontare l'aumento dei prezzi alimentari e la questione della sicurezza alimentare globale. ll Presidente di turno Emmanuel Macron ha insistito sull'urgenza di adattare la strategia alimentare della UE in particolare per quanto riguarda i cereali, per non essere ancor più destabilizzati fra 12-18 mesi a causa di quello che non si andrà a seminare in questi giorni. Secondo Macron serve una nuova strategia alimentare della UE anche per evitare situazioni di vera e propria carestia nell’arco di 12-18 mesi, a partire dal continente africano. Confagricoltura sostiene che, a questo punto, va data agli agricoltori europei la possibilità di utilizzare tutto il potenziale produttivo, eliminando i vincoli che frenano, in particolare, la produzione di cereali e semi oleosi. Non c’è molto tempo a disposizione, è pertanto indispensabile che le decisioni siano assunte dai ministri dell’agricoltura nella prossima riunione in programma il 21 marzo, assieme ai provvedimenti necessari per limitare l’impatto dell’aumento senza precedenti dei costi di produzione.

Patuanelli annuncia possibile modifica della Pac
In occasione di un question time alla Camera, il Ministro delle Politiche Agricole Patuanelli ha annunciato che nel prossimo Consiglio dei Ministri dell'agricoltura europei, che si terrà il 21 marzo, si parlerà di una possibile modifica della politica agricola comune per rispondere alla necessità di una maggiore autosufficienza dell'Unione Europea, in particolare per quello che riguarda alcune produzioni, aggiungendo che con la presidenza francese sono in corso contatti per stabilire alcune priorità riguardo a una eventuale modifica del prossimo regime Pac. Il Ministro ha poi reso noto che l'Ungheria ha sbloccato l'esportazione di mais e grano tenero bloccata negli scorsi giorni.

Le dichiarazioni di Dombrovskis all’Ecofin sulle conseguenze della guerra in Ucraina
Il Vice Presidente esecutivo della Commissione Europea Dombrovskis in conferenza stampa in occasione dell'Ecofin (il Consiglio dell’economia e della finanza della UE), annunciando altre misure contro la Russia definendola la nazione piu' sanzionata al mondo, ha avvertito che le sanzioni europee e le controsanzioni della Russia avranno implicazioni e un costo elevato per le economie della UE. Vi sarà un aumento generale dell'inflazione, pressioni sui prezzi dell'energia e dei generi alimentari e volatilità del mercato. L’aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime, accompagnate dall’interruzione delle catene di approvvigionamento, avranno un effetto a catena negativo sui prezzi al consumo e sugli investimenti. Dombrovskis ha aggiunto che l'incertezza rimane molto elevata, il che rende impossibile valutare in modo affidabile l'impatto economico in questa fase, ma è evidente che la crescita post Covid subirà un grave impatto. Ciò nonostante Dombrovskis afferma che i fondamentali dell’Unione Europea sono solidi e si dice convinto che saremo in grado di resistere a questa crisi.

L’Argentina blocca l’export di farine e olio di soia
Il governo argentino ha annunciato, con effetto immediato, il blocco delle esportazioni di farina e olio di soia, allo scopo di tutelare il mercato interno.
L’Argentina è il primo Paese esportatore di derivati della soia su scala globale. Argentina, Brasile e USA realizzano oltre l’80% della produzione mondiale di soia.
La decisione del governo argentino ha un pesante effetto sull’industria mangimistica italiana e, di conseguenza, sul settore degli allevamenti, che già attraversa una fase estremamente critica. Secondo i dati di Assalzoo, l’Associazione italiana delle industrie produttrici di mangimi, ogni anno vengono utilizzate circa 3,6 milioni di tonnellate di farine di soia provenienti principalmente da Argentina e Brasile.
Confagricoltura chiede un coordinamento a livello europeo per gestire la situazione, allo scopo di garantire i cicli di produzione e contenere un’ulteriore crescita del prezzo dei mangimi, che risulterebbe insostenibile. Nei giorni scorsi la Commissione europea ha autorizzato gli Stati membri a revocare alcune restrizioni tecniche legate al limite massimo di residui per le importazioni di mais, pur nella piena garanzia e sicurezza del commercio internazionale. Confagricoltura ha chiesto alle autorità competenti di valutare la situazione, al fine di aumentare la disponibilità di materie prime da destinare alla produzione di mangimi.

Stop all’export di vini e liquori verso la Russia
Bloccate le esportazioni di vini e liquori dall’Unione europea verso la Federazione Russa. Il blocco è inserito nel nuovo pacchetto di sanzioni varato dal Consiglio della UE. L’Italia è il primo fornitore di vini della Federazione Russa, davanti alla Francia.
Secondo i dati di Nomisma, le esportazioni italiane sono ammontate lo scorso anno a 345 milioni di euro. Gli spumanti, Asti e Prosecco in testa, inciderebbero per quasi la metà sul valore totale. Il blocco si aggiunge al divieto di importazioni di prodotti agroalimentari (ortofrutticoli, prodotti lattiero-caseari, carni e salumi) dagli Stati membri dell’Unione, deciso nell’agosto 2014 dalle autorità di Mosca a seguito delle sanzioni UE allora imposte per l’invasione della Crimea.

Rinviare la nuova Pac, sbloccare i pagamenti, ridurre accise e costi energetici
Contributi e ristori per il settore, diminuzione delle accise, incentivi a superficie alle aziende per aumentare le produzioni nazionali di colture che oggi importiamo, semplificazione per l’avvio degli impianti delle fonti energetiche alternative, rinvio della nuova Pac, sblocco di tutti i pagamenti sospesi, interventi sui mutui e ristrutturazione del debito. Sono alcuni degli interventi che possono fornire un primo aiuto al settore dell’agricoltura italiana messa a dura prova dalla situazione già difficile dovuta agli aumenti dei costi energetici, a cui si sono aggiunte le conseguenze della guerra in Ucraina in termini di approvvigionamenti e di mercato. In sede di Conferenza delle Regioni, su questi temi si sono confrontate le Regioni italiane nel corso dell’incontro avuto con i ministri delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.
Gli assessori all’Agricoltura delle Regioni sono al lavoro per consegnare alla Conferenza un documento con le priorità da porre al Governo. I dieci grandi temi sui quali presenteremo a brevissimo un documento richiedono risposte dal Governo per cercare di contenere il forte contraccolpo economico che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole e la produzione alimentare locale e nazionale, iniziando a ragionare sul futuro dell’intera agricoltura italiana. Per quanto riguarda poi le scadenze e l’entrata in vigore della nuova politica agricola comunitaria è stato chiesto di rinviare la scadenza e utilizzare il maggiore tempo a disposizione per fare un’analisi di impatto precisa sulla produttività dei sistemi agricoli europei alla luce delle nuove regole Pac e capire come aggiornarle, integrarle e migliorarle. 

Veneto e Lombardia fanno fronte comune sulle richieste di modifica della Pac
“L’obiettivo che l’Italia deve perseguire è la sovranità alimentare”. Lo sostiene il Presidente del Veneto Zaia, che ricorda che “Anni fa l’Italia ha abbandonato la politica dell’autosufficienza, cosa che non hanno fatto altri paesi, come la Francia. Questa guerra cambierà il mondo; ci sono problemi di approvvigionamento di materie prime come nichel e acciaio, cereali e olio di girasole. Ci stiamo tutti rendendo conto che sarebbe necessario avere produzioni più estese e scorte, ed è per questo che va rivista completamente la Pac. Sui cereali, come sui temi energetici e delle materie prime, bisogna ridisegnare completamente le strategie adottate negli ultimi anni - ha proseguito Zaia - visto che siamo in una situazione di emergenza, deve essere subito stabilita una deroga al divieto di coltivazione, e di conseguenza va ridiscusso il Piano di sviluppo rurale, facendo in modo che vengano introdotti incentivi per chi produce cereali e cibo in generale. Servono scelte decise anche per l’energia, siamo dipendenti da altri Paesi, per prima la Russia, ma non si decide nulla perché, sia che si parli di rinnovabili, di nucleare o di estrazione di gas, c’è sempre qualcuno che si oppone”. Zaia chiede inoltre alla Regione Lombardia di portare avanti insieme un lavoro di squadra: “Il dialogo fra le nostre due Regioni è fondamentale perché i nostri territori sono uguali”. A Zaia ha risposto l’assessore all’agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi, il quale si è detto in sintonia sull’apertura di un fronte comune sulle richieste di modifica della Pac.

Appello di 17 associazioni al governo per non cambiare la Pac
Dopo che Confagricoltura da oltre un anno contesta gran parte delle modifiche introdotte dalla Nuova Pac e che, a causa delle conseguenze della guerra in Ucraina, si è sollevato un coro pressoché unanime sulla necessità di modificare Pac e Farm to Fork per evitare la riduzione della produzione agricola nella UE (a questo proposito, in una recente intervista al Corriere della Sera il Governatore veneto Zaia ha dichiarato che siccome gli eventi di questi giorni hanno cambiato il mondo, PAC e PNRR sono da ripensare, mentre l’assessore lombardo all’agricoltura Rolfi ha affermato che la revisione della Pac è urgente, e che l’entrata in vigore degli obblighi ambientali legati al green deal devono essere posticipati almeno al 2024), lo scorso 16 marzo 17 associazioni del mondo ambientalista ed animalista, oltre a Federbio e Slow Food, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Draghi ed ai Ministri Patuanelli e Cingolani, dove affermano che "Indebolire le strategie Farm to Fork e biodiversità 2030 della UE e rivedere le norme ambientali della nuova Pac post 2022 sarebbe un grave errore e non risolverebbe i problemi collegati ad aumento dei prezzi e disponibilità di materie prime", accusando quelle che loro definiscono lobby dell’agricoltura industriale di voler approfittare della guerra in Ucraina per fermare la transizione ecologica dell’agricoltura italiana, che al contrario, secondo le 17 associazioni, dovrebbe essere fortemente accelerata.

Sciopero autotrasportatori, Confagricoltura scrive al Viminale
“Le agitazioni del settore trasporto su gomma, oltre ai disagi più generali connessi alla movimentazione delle merci, determina difficoltà ancora più incisive in ordine allo spostamento e alla consegna dei prodotti agricoli deperibili alla distribuzione, alla consegna dei mangimi agli allevamenti e all’attività quotidiana di raccolta del latte”. E’ quanto ha scritto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in merito alla situazione che si prospetta, con il fermo trasporti e la manifestazione del settore, annunciata per il 19 marzo. Il presidente di Confagricoltura ha chiesto al ministro Lamorgese particolare attenzione al tema, con l’auspicio che il Viminale possa assicurare il regolare svolgimento delle attività, evitando un peggioramento della situazione.

Caro carburanti: Evitare la paralisi della movimentazione di animali e derrate alimentari
A seguito del forte aumento del prezzo dei carburanti, gli autotrasportatori hanno annunciato il fermo su scala nazionale e una manifestazione il 19 marzo. La pesante situazione per le agitazioni dell’intero settore, con blocchi stradali che potrebbero impedire la libera circolazione dei mezzi per il trasporto di prodotti agro-zootecnici-alimentari preoccupa le associazioni. “Pur riconoscendo la difficilissima situazione del comparto dell’autotrasporto e pur non ritenendo sufficienti le misure di sostegno finora previste a favore del settore dal DL energia - scrivono Confagricoltura, Cia, Copagri, Assalzoo, Assica, Assocarni, Assograssi, Copagri, Fiesa-Confesercenti, Unaitalia, Uniceb - non possiamo accettare forme di manifestazioni violente nei confronti degli autisti che intendono assicurare, comunque, il servizio di trasporto”. “La filiera zootecnica - si legge nella lettera inviata al Presidente del Consiglio ed ai ministri dell’Interno, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dello Sviluppo Economico e della Salute - rischia la paralisi della movimentazione di animali e di derrate alimentari, in particolare quelle deperibili. Gravi i danni per le aziende e in termini di spreco alimentare. In pericolo anche gli approvvigionamenti di materie prime necessarie per la produzione di mangimi da destinare all’alimentazione degli animali, con grave rischio per il loro benessere e la loro salute”. Non è sostenibile, per la filiera zootecnica, soprattutto in questa fase congiunturale di emergenza, sostenere anche un blocco dei trasporti e quindi delle proprie attività. Quella zootecnica, come le altre filiere produttive, continua a confrontarsi con l’incremento dei costi di produzione, dell’energia e con le difficoltà di reperimento delle materie prime.

L’Ucraina blocca l’esportazione di fertilizzanti
Il ministero dell'agricoltura dell'Ucraina ha reso noto che il Paese ha vietato le esportazioni di fertilizzanti. Il divieto riguarda tutti i tipi di fertilizzanti e ha lo scopo di mantenere l'equilibrio sul mercato interno. La decisione dell’Ucraina segue quelle assunte precedentemente da Russia e Bielorussia, rendendo ancor più critica la situazione dell’Italia, che da questi tre Paesi importa grandi quantità di fertilizzanti. In precedenza l'Ucraina aveva gia' bloccato le esportazioni di alcune commodity agricole e introdotto licenze per i suoi principali prodotti d'esportazione, in particolare frumento, mais e olio di girasole.