05/04/2020

L’emergenza sanitaria si sta rivelando una minaccia per molti settori e molti mercati. Tra questi, nella filiera dell’agrifood si segnalano alcuni primi squilibri che toccano il comparto lattiero-caseario e che dobbiamo affrontare. Un comparto di notevole rilevanza che, per il solo latte vaccino, è pari a 12 milioni di tonnellate di latte annuo e quasi 30 mila allevamenti.

"Non è questo il momento per alimentare contrasti tra gli operatori varie fasi della filiera –ha detto il presidente di Confagricoltura Giansanti -. Allevatori, industria, GDO devono collaborare per alimentare il Paese e rispettare quell’impegno che ci siamo assunti. D’altronde al di là degli squilibri congiunturali del mercato, che ovviamente vanno combattuti, le prospettive e i dati dei consumi la dicono lunga sulle opportunità per il comparto. Da alcune analisi, il giro di affari del settore agricolo a medio termine, anche negli scenari più pessimistici, potrebbe essere destinato a crescere, a dispetto di quanto accade per gli altri settori produttivi”.

E’ questo un invito aperto dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli a tutta la filiera per cercare soluzioni condivise e superare alcune situazioni critiche della congiuntura del mercato lattiero-caseario nazionale da proporre alle Istituzioni e da attuare autonomamente. Così come vanno utilizzate allo scopo le misure già attivate e le ipotesi di intervento del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova che verranno sicuramente proposte nell’immediato futuro, alle quali la filiera deve prestare particolare attenzione e fornire i propri contributi. Considerando anche la filiera del latte bufalino e ovicaprino che presentano problemi analoghi, operando in particolare nel mercato del fresco.

“E’ anche - conclude il presidente di Confagricoltura – un invito a lavorare più intensamente assieme, per valorizzare, partendo proprio da questo momento critico, la materia prima italiana. Con politiche di crescita del valore aggiunto del comparto che è un patrimonio da tutelare a vantaggio di tutti gli operatori del lattiero caseario. Scelte che devono coinvolgere allevamenti, trasformazione e GDO, in un percorso comune di sviluppo che non può che far bene al nostro settore ed alla nostra economia.”