06/09/2019

Massimiliano Giansanti (Presidente di Confagricoltura) : CIMICE ASIATICA, CONFAGRICOLTURA: È EMERGENZA.  INTERVENTI PER DARE PROSPETTIVE AL COMPARTO FRUTTICOLO

Quella della cimice asiatica è un’emergenza assoluta che va affrontata stanziando risorse adeguate da parte del Governo e intervenendo pure sulla normativa europea che vieta gli aiuti di stato per le calamità non da quarantena”. Lo sottolinea la Giunta di Confagricoltura che ha fatto il punto su questa calamità naturale che sta creando danni enormi ai frutteti, soprattutto del Settentrione, di pesche, nettarine, susine, ciliegie, mele, pere, nocciole (su cui si sono riscontrate perdite che vanno dal 40 al 100 per cento del prodotto), nonché ad alcune coltivazioni erbacee e orticole.

La Giunta di Confagricoltura, nel commentare positivamente la pubblicazione nella G.U. del 5 settembre del DPR n. 102 del 5 luglio scorso - che prevede la possibilità di introdurre specie non autoctone - sollecita il ministero dell’Ambiente ad approvare in tempi brevi il decreto che deve definire i criteri per l’immissione dell’antagonista naturale ovvero la vespa samurai (Trissolcus japonicus, originaria dell’Asia orientale) che depone le uova direttamente in quelle della cimice.

“I frutticoltori in particolare –osserva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – sono stremati e sconfortati dalla situazione drammatica in cui versa il settore ortofrutticolo e sollecitano provvedimenti di urgenza, sia per indennizzare le imprese a causa della perdita dei raccolti, sia per coprire i costi legati alla lotta di questo dannoso insetto”.

Su quest’ultimo aspetto la Giunta di Confagricoltura - ricordando che al momento non esiste una unica soluzione idonea per contrastare la cimice - invita a rafforzare le azioni di ricerca e trasferimento delle conoscenze per combattere questo insetto altamente polifago, caratterizzato da una elevata capacità di diffondersi in relazione al fatto che si riproduce con due generazioni all’anno (con 200-300 uova per generazione) ed ha una lunga durata della vita adulta.

È ora di ridare prospettive economiche all’intero comparto frutticolo – conclude la Giunta -. A sette anni dalla prima rilevazione in Italia della cimice occorre accelerare la predisposizione di un piano nazionale articolato di contrasto, attivando, come già richiesto, una task force interministeriale che gestisca in maniera rapida ed efficace l’emergenza, alla quale Confagricoltura e già fin d’ora disponibile a fornire il proprio contributo”.

 

Massimo Chiarelli (direttore Confagricoltura Rovigo): Il Comparto agricolo veneto abbisogna di interventi urgenti entro settembre 2019

È emergenza cimice asiatica in Polesine e in tutto il Veneto complice l’estate più calda degli ultimi 150 anni, sono sotto attacco i frutteti della regione e in particolare le produzioni di punta come pero, melo per danni che, in alcuni casi, arrivano al 100%, stiamo assistendo a forti riduzioni di produzione anche nei seminativi in particolar modo per il mais più avanti potremo verificare anche la raccolta di soia da sempre molto sensibile alla cimice.

L’emergenza riguarda le regioni del nord d’Italia e l’Austria e al momento ci dicono gli esperti che non esistono soluzioni chimiche e immediate.

Vediamo ora quali possono essere le strade per cercare di risolvere il problema sia da un punto di vista relativo ai finanziamenti che agronomico.

A livello europeo permettere una maggiorazione della dotazione delle Ocm (Organizzazione comune di mercato, ovvero le politiche europee per la gestione dei mercati)  per la creazione di fondi mutualistici per compensare i danni del crescente numero di patologie che affliggono l’ortofrutta.

A livello regionale continuare nell’attivazione di progetti  di ricerca dedicati alle strategie di contrasto e di coesistenza con la cimice, in forte collegamento con le altre esperienze internazionali, soprattutto americane, che si stanno cimentando con la stessa emergenza.
Promuovere il più rapido metodo di riproduzione di vespa samurai (vista la recentissima entrata in vigore del decreto che permette l’introduzione in Italia di questo antagonista alla cimice asiatica) e soprattutto mette a disposizione dei frutticoltori i quantitativi necessari nei tempi più brevi in modo gratuito o comunque a costo ridotto.
Verificare e promuovere con Ministero dell’Agricoltura e dell’Ambiente l’uso di prodotti fitosanitari specifici.
Aumentare la dotazione finanziaria prevista nell’ultimo assestamento di bilancio regionale per trovare un indennizzo giusto per gli agricoltori colpiti dalla cimice asiatica.
Emanare di un bando e con le garanzie sufficienti da utilizzare attraverso consorzi fidi  per dare volano finanziario alle aziende che a causa delle gravi perdite di prodotto dovranno affrontare un bilancio 2019 in forte sofferenza.
Effettuare una precisa ricognizione dei danni con conseguente delimitazione territoriale degli stessi al fine di attivare la sgravi contributivi e fiscali previsti per gli eventi catastrofali (D. Lgs. 102/2004).
Finalizzare al meglio le risorse del Psr da destinare alle reti di protezione e alle reti antigrandine (si è visto infatti una minore intensità della infestazione di cimici nei frutteti sotto rete antigrandine), a tal fine sarà necessario prevedere elevati punteggi per questi investimenti strutturali. Nel contempo è opportuno aprire il prima possibile i bandi relativi alla misura 4.1.1 del PSR Veneto per poter avere disponibilità di fondi all’acquisto di reti da installare già entro la primavera 2020.

Al Governo viene chiesto un piano straordinario dotato di risorse adeguate per l’erogazione di indennizzi alle imprese colpite da questa grave emergenza fitosanitaria che diversamente metterà in seria crisi intere filiere produttive dell’ambito ortofrutticolo con ricadute socio-economiche gravi per la perdita di posti di lavoro.

 Servono quindi fatti concreti per supportare le imprese gravemente danneggiate da quella che possiamo definire una vera e propria piaga per tutta l'agricoltura del nord Italia. In questo caso le decisioni devono essere prese entro il mese di settembre affinchè le aziende agricole  e le strutture cooperative possano decidere del proprio futuro produttivo sapendo di essere sostenute da tutte le Amministrazioni (regionale, nazionale e europea).